Anfore

Impatto zero, dove il tempo culla il nostro nettare

Recuperare la memoria del vino ancestrale

La vinificazione in anfora del Nebbiolo ricavato dal prestigioso cru di Valmaggiore, a Vezza d’Alba, rappresenta un traguardo emozionante, per Sergio Marchisio. E’ una sua personale ricerca: la delicatissima alchimia grazie a cui la ceramica trasforma il mosto in vino, consentendo una traspirazione ben controllata e mantenendo il prezioso liquido al riparo dagli sbalzi termici. L’uso delle anfore, originario del Caucaso, recupera la memoria di una vinificazione morbida e naturale, senza stress, capace di conferire al vino una capacità di espressione superiore a quella che si ottiene con l’acciaio, il cemento e il legno. E’ una nuova frontiera, in realtà antichissima, che Sergio Marchisio va riscoprendo in modo pionieristico.

C’è, ma non si vede: sta nella terra, scavata sul fianco della collina, per tenere i vini al riparo dagli sbalzi termici. La cantina è una grotta accogliente, a impatto zero, completamente interrata e coibentata in modo naturale, alimentata dall’energia fotovoltaica. Protegge il sonno apparente dei vini, il loro viaggio silenzioso. Bianchi e rossi affrontano un’evoluzione dolce, progressiva, grazie alle botti e alla ceramica di anfore speciali. Panciute come uova, sono il frutto di una scienza antica: perfette per mantenere costante la temperatura, lasciano respirare i vini dolcemente, dando loro tutto l’ossigeno che serve. 

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