Autunno: anche in Italia trionfa la magia dell’agricoltura biodinamica

La magia dell’agricoltura biodinamica? Ottenere l’accordo del cielo per aiutare la terra. O, per dirla con Jonathan Swift: far crescere due fili d’erba là dove prima ne cresceva uno solo. Era il 1726 quando Swift scrisse i suoi “Viaggi di Gulliver”. Mancavano ancora due secoli all’avvento di Rudolf Steiner. Ma la lezione era già chiara: creare un mondo più verde. Oggi, l’autore di Gulliver farebbe i complimenti alla Marchisio Family, perfetto esempio di agricoltura biodinamica in Italia. Anno dopo anno, questa pratica aumenta la fertilità dei suoli. Come? Lo spiega Ivo Marchisio, il “mago” dei vigneti di famiglia. Nessun segreto, beninteso: la formula è quella, ultra-biologica, dell’agricoltura biodinamica. Lo si nota specie in un momento come questo, dopo la vendemmia. La terra si prepara al lungo riposo invernale. E i Marchisio la aiutano a fare, letteralmente, sogni d’oro.

Scherzi a parte: l’autunno è un momento fondamentale, per l’equilibrio naturale dei vigneti. La pozione magica che ricevono? Semplice: è quella che proviene dal “cumulo biodinamico”, vero e proprio giacimento di essenze preziose. «Per tutto l’anno – spiega Ivo – accumuliamo sarmenti e sfalci, cui poi si aggiungono le vinacce». Non manca il concime di origine animale: «Letame di cavallo, nel nostro caso». Una miscela che, attraverso i mesi, si trasforma in potente nutrimento energetico. «Proprio in questo periodo lo spandiamo nei vigneti, rafforzandoli». Una pratica “alchemica”, che nobilita la materia organica. E che viene completata dall’aspersione degli speciali preparati biodinamici.

Fondamentali anche i sovesci: cioè la semina invernale di piante erbacee che restituiscono alle vigne i minerali di cui hanno più bisogno. Tutto questo – sottolinea Ivo Marchisio – è importantissimo per aumentare il vigore delle piante, arricchendo direttamente il terreno. I risultati poi si sentono, anche nel bicchiere: ormai, gli stessi sommelier riconoscono la speciale qualità dei vini biodinamici. Da cosa li si distingue? Dall’ampiezza della gamma dei profumi, per esempio. «E il bello è che il miglioramento è costante, anno dopo anno: più tempo passa, e più la lavorazione trasforma il terreno, rendendolo più vitale». E’ fatta anche di questo, l’arte “green” dei vigneron biodinamici di Castellinaldo: tenacia e sapienza. Obiettivo: la costante ricerca di una grande armonia. Quella che, alla fine, apprezza chiunque stappi una bottiglia della Marchisio Family.

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