Si chiama Fivi, raccoglie i Vignaioli Indipendenti. «Indipendenti lo siamo da sempre», precisa Sergio Marchisio. «Per noi è stato naturale, aderire alla federazione». Aggiunge suo figlio, Fabio: «Quest’anno saremo presenti a Piacenza Expo, per il Mercato dei Vini della Fivi». Massima visibilità, per l’eccellenza artigianale italiana. Il motto: piccolo è bello. Totale controllo sulla produzione. Assoluta accuratezza, in vigna e in cantina. Niente industria: quelle aderenti alla Fivi sono aziende familiari. Garantiscono qualità assoluta al Made in Italy. E certificano un legame antico tra il viticoltore e il suo territorio. «La figura del vignaiolo è essenziale: coltiva la propria uva e certifica l’origine del vino con la fatica compiuta in vigna e in cantina».
«I Vignaioli Indipendenti – afferma la Fivi – puntano a creare un forte legame con i consumatori: una vera e propria alleanza». Quello del vignaiolo è un marchio forte: sinonimo di genuinità, tipicità e cultura. «Chi produce vino artigianale è essenziale per il futuro delle nostre terre e per l’agricoltura italiana», aggiunge la federazione. Il “vigneron” deve restare sul territorio: «Per fare il suo vino, per conservare i terroir, per difendere il paesaggio. E per la gioia del consumatore». Verissimo, conferma Sergio Marchisio: «Chi viene da noi sa esattamente cosa trova. Un prodotto esclusivo, naturale, senza trucchi». Nel caso della Marchisio Family, poi, le virtù si sommano. Oltre alla certificazione biologica, si aggiunge la conduzione biodinamica.
E’ il profilo perfetto dell’eccellenza rappresentata dalla Fivi. Una vera e propria comunità, quella dei Vignaioli Indipendenti: il meglio dell’Italia vinicola. La Fivi promuove lo sviluppo viticolo locale. Non solo: lavora per far crescere il vino “sostenibile”, amico del verde. «Per noi, la Fivi è stata un approdo naturale», ribadisce Sergio, pioniere della viticoltura “green” nel Roero. «La qualità del vino nasce dalla qualità del territorio: dalla capacità di rispettarlo». Ed è così che è cresciuta, l’Italia della Fivi. La sua importanza è vistosa: nel mondo di oggi, basato su numeri immensi, le piccole produzioni sono un tesoro prezioso. Nessuno come il “vigneron” – sottolinea sa Fivi – sa proteggere le sue colline. E i primi a saperlo, per fortuna, sono proprio i consumatori.