Nel segno dell’Arcangelo Michele, si rinnova la promessa di fertilità biodinamica assicurata dal corno-letame di Rudolf Steiner

Ci sono gesti che segnano un’intera stagione, e date che consacrano l’impegno speso per la propria terra. Il 29 settembre – giorno di San Michele arcangelo, per il calendario cristiano – è particolarmente caro ai seguaci del padre della biodinamica, Rudolf Steiner, che vede nel simbolo religioso dell’arcangelo «l’impulso di Michele», concepito come spirito protettore della rinascita della Terra. Dopo il calar del sole, infatti, viene messo a dimora nel terreno il Preparato 500, un concime molto speciale: letame bovino fresco di giornata, inserito nella cavità di un corno di mucca. «Il corno-letame stimola e armonizza i processi di formazione dell’humus nel suolo», spiegano i manuali biodinamici, a cui Sergio Marchisio si attiene scrupolosamente da molti anni. «Proprio questa particolare fertilizzazione – spiega – garantisce il comfort vitale di cui godono le nostre vigne, che esplodono letteralmente di salute. E’ questa la premessa fondamentale per fare in modo che poi i grappoli diano il meglio del vitigno, nella sua massima espressione».

Si parte dal letame freschissimo, introdotto nelle corna di vacche che abbiano figliato almeno una volta, e quindi messo a dimora nel terreno. Nel periodo pasquale, poi, i corni-letame vengono dissotterrati. «A quel punto – spiega Sergio Marchisio – il letame risulterà trasformato in humus allo stato puro, di colore scuro e ormai completamente inodore». Tutto “il raccolto”, cioè l’humus estratto dalle corna, verrà poi conservato in un contenitore di legno, tenuto al fresco della cantina e al riparo dalla luce. Infine, prima di essere usato, il Preparato 500 andrà miscelato e “dinamizzato” con acqua purissima. «Questa operazione dura circa un’ora: ogni cinque minuti, si inverte il senso rotatorio del dinamizzatore». Per Steiner, quello è un momento “magico”: proprio infrangendo l’acqua in senso rotatorio e contrario, è come se in quel prepararato entrassero frammenti di cielo, destinati a “sposarsi” con la memoria ancestrale dell’acqua che poi verrà irrorata.

Un’alchimia delicata, che – una volta asperso il preparato lungo i filari – innesca la prodigiosa rinascita vegetativa delle viti, all’inizio della primavera. Una “rinascita” osservata sempre con grande stupore: le piante trattate col metodo biodinamico, infatti, si segnalano per il grande vigore, l’intensità del colore verde delle foglie e la tensione verso l’alto dei tralci rampicanti. «Chi conosce i nostri vini – dice Sergio Marchisio – sa che la loro ricchezza, genuinità e profondità deriva proprio da pratiche naturali come queste, che Rudolf Steiner ha insegnato». Nel 2020, poi, con il mondo ancora alle prese con il problema del coronavirus, il giorno dedicato all’arcangelo Michele non può che assumere uno specialissimo significato augurale.

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