Risorgere sempre: lo racconta anche la straordinaria stagione 2021 della Marchisio Family. Per chiudere l’anno in bellezza, ecco gli ultimi doni sotto l’albero di Natale: il nuovissimo servizio di e-commerce e la vera sorpresa dell’azienda, olio extravergine d’oliva e olive taggiasche Dop, sott’olio e in salamoia. Sapori fantastici, che nascono dall’eccellenza: un regalo per i buongustai. Ma senza trascurare, ovviamente, il piatto forte: il vino. Annata record? Sicuramente sì: vendemmia eccezionale. Ma a parlare, intanto, sono i fatti. Tantissime le novità già pronte da bere. Per esempio, il primo Riesling prodotto (in anfora) nel Roero. E naturalmente il suo gemello autoctono, l’Arneis: il primo Roero Arneis interamente vinificato in ceramica, morbidissimo e longevo. E che dire di un rosso ultra-speciale come la Barbera? E’ stata appena premiata dalla nascita della sottozona Castellinaldo, l’unica prevista per la Barbera d’Alba: un riconoscimento prestigioso per l’unicità del terroir.
«Tutte buone notizie, certo, e tutte insieme», sorride Sergio Marchisio, che festeggia anche l’ingresso nella Fivi: ora l’azienda fa parte, a pieno titolo, della federazione che raggruppa i vignaioli indipendenti, artigiani del vino più pregiato. «E dire che il raccolto è stato limitato dalla grandine caduta a inizio estate. In compenso – ammette Sergio – la qualità dell’uva ci ha letteralmente sbalorditi». Va da sé: le etichette 2021 si faranno ricordare, a partire dall’anno prossimo. Nel frattempo, però, a suscitare applausi sono i fantastici esperimenti già condotti a termine. Segno di una ricerca costante della qualità assoluta. «E’ vero, non ci fermiamo mai. Il nostro è un impegno permanente: non deludere chi ama i nostri vini». Gli appassionati si aspettano conferme: e sanno che le avranno. «Ma sanno anche che non ci accontentiamo: la nostra missione è spingerci più in là, scoprendo fino a che punto si può esprimere ogni nostro vitigno».
E qui entra in gioco la formula-Marchisio: devozione assoluta alla terra, da proteggere con la viticoltura biodinamica. «Anno dopo anno, il suolo si arricchisce di fertilità naturale. E la sua ritrovata salute la trasmette direttamente alla vite, quindi al vino». Ecco perché non devono stupire, certi risultati: come il premio che Decanter ha tributato al Valmaggiore, grande Nebbiolo prodotto in anfora (il primo in assoluto, nella storia) e per giunta col tappo a vite. Riassume Sergio: «I nostri vini esprimono il sentimento di chi li produce: amore, passione, fedeltà e rispetto. E anche la voglia di andare oltre, sempre: perché è solo lui, il vino, a saperci dire quanto può essere veramente grande. Basta saperlo capire fino in fondo, accompagnando la sua evoluzione verso un esito felice e possibilmente unico, irripetibile».