Un calice di magia: è “green” il segreto steineriano dei vini della Marchisio Family, con dentro tutta l’energia del Sole

Pura forza, energia naturale: la migliore medicina contro lo stress, specie quando il mondo intero dà segni di inquietudine. Il vino biodinamico è una sorta di elisir: e oggi sono in tanti, ad accorgersene. Ne parlano anche fonti particolari, che in genere si occupano di tutt’altro. Per esempio “Finanza News 24”, magazine dedicato all’economia: è Antonia De La Vega a spendere parole precise, sul prodotto della viticoltura steineriana (quello rispetto a cui Sergio Marchisio è stato un pioniere assoluto, nel Roero). Ovvia premessa: il vino non è solo un misto di uva pigiata: è molto di più. «E’ una fusione fra terra, tradizione e filosofia di vita». Proprio così. E l’agricoltura biodinamica «consente alle piante di dare il meglio di sé». Occorre lasciar esprimere il terroir, il vigneto, trattandolo con amore: niente pratiche invasive, zero chimica, solo concimi verdi. Persino rame e zolfo (ammessi, nel disciplinare biologico) alla Marchisio Family sono ridotti al lumicino: «Preferiamo usare oli essenziali, di arancia e rosmarino».

Poi qualcuno si stupisce, se nel calice percepisce un bouquet praticamente infinito? E’ tutto lì, il segreto: i composti che si utilizzano – riassume “Finanza News” – sono quelli che innescano i processi di formazione dell’humus (il Preparato 500) e stimolatori delle funzioni della luce e del calore (il 501). «Invece di combattere le malattie, attiviamo meccanismi per consentire alla vigna di difendersi da sola e di ritrovare la sua salute, sfidando la logica della moderna agricoltura industriale». Scrive De La Vega: «Con l’ausilio dei metodi biodinamici si ottengono frutti in grado di raccontare “la vita”, visto che sono direttamente correlati alla mineralità della terra, al clima e alla varietà della pianta». Coccolata con la biodinamica, la vite «si esprime nella sua totalità, trattenendo aromi e zuccheri in maniera più complessa e profonda».

Il risultato viene da sé. Ovvero: «Vini dal carattere estremamente marcato e che sorprendono sempre per le grandi sensazioni gustative che offrono, generalmente molto dirette. Sono vini che colpiscono fortemente nel subconscio di una persona e che suscitano emozioni». La massima fedeltà si raggiunge con pochi, sinceri accorgimenti: fermentazione senza l’aggiunta di lieviti esterni, dal momento che vengono rigorosamente utilizzati solo i lieviti naturali, autoctoni, presenti nella buccia degli acini. Altro vantaggio: anidride solforosa bassissima, impercettibile. La Marchisio Family è due volte green: biologica certificata, oltre che biodinamica. «Da noi, la pianta custodisce la sua energia originaria, nutrita dalle connessioni tra spazio e ambiente: un’armonia naturale, che diventa un vero e proprio toccasana, oltre che un grande piacere». La differenza la si scopre al primo assaggio: non si incontra un vino, ma un’esperienza. Un regalo prezioso: la magia di un calice di sole, denso di memoria, capace di parlare a lungo.

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