Rosso Barbera: il piacere dell’autunno, nella più classica delle vendemmie. Una grande stagione, che si sentirà nel bicchiere

Rosso Barbera: è uno dei colori più classici, che in Piemonte incorniciano l’epoca della vendemmia. Missione compiuta, anche quest’anno, nei vigneti della Marchisio Family. «Un’annata veramente ottima, con piena maturazione al momento giusto», dice Sergio Marchisio, più che soddisfatto della raccolta: «La gradazione si annuncia robusta, anche se non abbiamo effettuato un diradamento eccessivo: la resa si riduce a 60 quintali di uva per ettaro solo nel caso della Castellinaldo, la nostra Barbera d’Alba Superiore». La tendenza, infatti, è quella di non sovraccaricare il vino, agevolando la sua bevibilità. Tradizionale regina piemontese del bicchiere “quotidiano”, la Barbera rappresenta una voce significativa, nell’azienda: circa 20.000 bottiglie all’anno, da una superficie di 4 ettari vitati.

Dopo la vendemmia dell’Arneis, che apre la stagione autunnale, è la Barbera il primo rosso – biologico e biodonamico – a entrare in cantina. Affronta una primissima fase di lavorazione in vinificatori orizzontali, con rimontaggi frequenti, per poi passare alle vasche Inox, senza più rimontaggi né follature, per una ventina di giorni. L’affinamento successivo, sempre in acciaio, permetterà alla Barbera appena vendemmiata di essere pronta per marzo-aprile. Discorso diverso per la Castellinaldo, che affronterà una lunga evoluzione in botti di acacia: la si potrà assaggiare non prima dell’autunno 2021. Previsione facile: la Barbera 2020, intanto, sarà eccellente. «Merito di una stagione davvero propizia», spiega Sergio: «Il clima è stato particolarmente clemente, con le temperature giuste e quel po’ di pioggia quando serviva».

Il paese di Castellinaldo, peraltro, vanta una lunghissima tradizione, riguardo alla Barbera: «Mio nonno la vendemmiava già 70-75 anni fa», racconta Sergio Marchisio, vero e proprio pioniere, nel Roero, della viticoltura biodinamica. Una filosofia che punta a costruire armonia, nel vino, partendo dal suolo. La missione: lavorare, anno dopo anno, per ripristinare in modo naturale la fertilità originaria del terreno. Alle pratiche di fertilizzazione “steineiana”, come quella del corno-letame e del cumulo biodinamico, la Marchiso Family aggiunge i sovesci stagionali per rinvigorire i filari durante l’inverno. La conduzione è ultra-biologica: «Stiamo gradualmente rinunciando a rame e zolfo, che pure sono ammessi nel disciplinare Bio: preferiamo usare oli essenziali (di arancio e rosmarino) che svolgono la stessa funzione». Il mosto della Barbera 2020, intanto, ha cominciato a “bollire”. Tra sei mesi, non resterà che assaggiarla.

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