Bene la vendemmia dei vini rossi, più sofferta la raccolta dei bianchi. Nel complesso, un’annata che si farà ricordare. Raccolte anticipate, causa siccità. In compenso: qualità eccezionale. Portato in cantina già ad agosto, l’Arneis 2022 sarà imbottigliato entro fine anno. Sergio Marchisio fa un bilancio conclusivo: una stagione davvero anomala. «La vendemmia precoce ci ha permesso di conservare l’equilibrio tra alcol e acidità». Punto di partenza: il sole implacabile di una lunga estate senza pioggia. Risultato: gradazione zuccherina elevatissima. Non solo: come in tutto il Piemonte, anche nel Roero il raccolto è stato più magro. Una flessione del 20-30%, per i vitigni a bacca bianca. Colpa della grande sete: impossibile praticare l’irrigazione di soccorso (in altre regioni consentita). Ma c’è di che consolarsi: «Il clima imprevedibile ci ha regalato profumi eccezionali. Si annuncia un Roero Arneis strepitoso».

Nella media, invece, i quantitativi delle uve rosse: Barbera e Nebbiolo hanno sofferto molto meno la siccità. «In questo caso la contrazione è stata impercettibile». Le migliori notizie vengono da Valmaggiore, prestigiosa collina di Vezza d’Alba. «Temevamo che il terreno sabbioso potesse creare problemi di aridità. E invece il raccolto è stato perfetto: pari a quello dello scorso anno». Tra parentesi: il Nebbiolo Valmaggiore della Marchisio Family (tappo a vite) è un vero must. Biologico e biodinamico, è il primo Nebbiolo – nella storia – vinificato e affinato in anfora. Se il lavoro in vigna punta alla piena armonia con la natura, lo stile di cantina perfeziona l’opera. Genuinità, lieviti indigeni, ceramiche. Tutti ingredienti che poi rendono memorabili anche i vini nati in una stagione come quella appena trascorsa, complicata dal clima quasi africano. Alla fine, a parlare è sempre il risultato. E i vini 2022 già si prenotano tra i migliori di sempre.

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